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Una normale mattinata in un istituto superiore di provincia
di Valerio Pezzoli
Mi chiamo Valerio e dai primi anni 80 sono, sia in città che in provincia, Insegnante Tecnico Pratico. Gli ITP sono quasi degli sconosciuti: insegnanti diplomati della scuola media superiore (soprattutto periti industriali), hanno una lunga storia negli istituti tecnici e professionali per l’industria. Attualmente insegno in un Liceo con un piccolo completamento in un corso Geometri in un “polo scolastico” di provincia dove mi occupo, in compresenza con gli insegnanti “teorici”, dei laboratori di Fisica, Chimica ed anche Scienze e Biologia.
Ore 7.30: la scuola apre ed entro, con il collaboratore tecnico (la T degli ATA), per preparare il lavoro nel laboratorio di Fisica; è una mattina di novembre ma quasi primaverile.
Ore 8.00: suona la campanella d’ingresso.
Ore 8.05: alla campanella di inizio lezione, la classe 4LSA (liceo scienze applicate) in laboratorio di Fisica è letteralmente decimata, mentre la 2LSA nell’auletta di servizio attigua al laboratorio di Chimica è presente in buon numero ma senza l’insegnante. Niente di strano, i treni sono più incasinati del solito e Trenitalia ci ha “sequestrato” colleghi e studenti pendolari “da giù”. E’ un vecchio vizio, succede quasi tutti i giorni, per esempio l’anno scorso senza particolari avversità (non pioveva, non nevicava, non era troppo caldo) per un mese non siamo riusciti a fare una prima ora regolare. La collega di Chimica (anziana insegnante sgamata) è riuscita, in modo rocambolesco, a farsi recuperare ad una stazione intermedia da una Amministrativa (la prima A degli ATA) e, arrivando con “poco” ritardo, inizia la lezione in 2LSA (loro hanno prevalentemente pendolari con il treno “da su” che è arrivato). Il collega di Fisica è presente (si muove in auto… è un giovane 50enne precario fino a “nomina dell’avente diritto”); le poche ragazze e ragazzi della 4LSA (nel mentre sono arrivati anche i ritardatari “fisiologici”) sanno già cosa fare ed iniziano le misure che gli competono; il collega “teorico” approfitta dei momenti “morti” per riconsegnare le verifiche corrette; i dati vengono accumulati nel foglio elettronico video proiettato che automaticamente costruisce il grafico del fenomeno studiato (rifrazione).
Ore 8.30: Trenitalia decide di liberare gli “ostaggi” del treno “di giù” che, un po’ provati, raggiungono il laboratorio, si spogliano e cominciano le loro misure per completare l’analisi dei dati per poi procedere nell’approfondimento dell’esperienza (altri dati, altri calcoli, altri grafici).
Ore 9.15: si presenta un’Ausiliaria (l’ultima A degli ATA) con una decina di “primini” a rimorchio (la 1LSA ha 30 alunni) ed in mano una specie di “ordine di servizio” per infilarmeli nella classe (che però è un laboratorio). Velocemente scrivo una “rimostranza motivata” e rifiuto la “consegna” del “pacchetto di studenti”… la “bidella” dice: e io dove li porto? Suggerisco: in presidenza.
Scendo per fotocopiarmi la documentazione e quando risalgo mi accorgo che c’era anche un altro “pacchetto di studenti” con relativo “ordine di servizio” per il collega teorico di Fisica in quel momento compresente. Il collega (è sempre il giovane 50enne precario con nomina “fino all’avente diritto”) non ha “rifiutato” il suo “pacchetto” però, giustamente, si allontana coi suoi dal laboratorio ed io proseguo da solo l’esperienza con la 4LSA. Ritorna alla carica l’Ausiliaria con “pacchetto” al seguito e “reiterazione dell’ordine di servizio” in mano; non ritengo tale reiterazione regolare e respingo il tutto. Nel frattempo in tutto questo bailamme gli studenti e studentesse della 4LSA dovrebbero eseguire misure corrette ed accurate eventualmente aiutati dai loro insegnanti che, evidentemente, in momenti come questi le trascurano.
Ma non è finita qui… arriva il “vicepreside” (il preside non c’è, siamo una scuola in reggenza) il quale, inveendo, viene da me farfugliando che l’altra “vicepreside”… in assenza del dirigente… manca l’insegnante della 1LSA… bla, bla… Lo invito a calmarsi, a non agitarsi; lo accompagno gentilmente verso l’uscita del laboratorio, gli suggerisco di non sostituirsi al dirigente, di lasciare a lui i suoi problemi, di passargli semplicemente le documentazioni e deciderà lui se fare o meno procedimenti disciplinari nei miei confronti.
Torno a occuparmi dell’esperienza sulla rifrazione della 4LSA (in teoria sarei pagato per questo), faccio notare che, dall’analisi dei dati, le misure complessivamente risultano poco accurate (nessuno li e le ha aiutate), alcuni non hanno fatto o completato o riportato sul foglio elettronico le loro proprie misure, l’analisi complessiva è incerta (devono accettare mie dichiarazioni sulla fiducia perché i dati non sono inequivocabili), arrivo velocemente ad una conclusione un po’ raffazzonata rubando anche qualche minuto di intervallo… sono quasi le 10.00 fine del delirio… o forse no.
Devo scrivere molto bene gli eventi sul registro elettronico.
Ci sarà un procedimento disciplinare?
La 4LSA ha capito qualcosa di quel lavoro o bisognerà rifarlo?
Domani mi ritroverò il “pacchetto” del professionale o dei ragionieri? di una prima o di una terza?
Benvenuti nella buona scuola!
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