INSEGNANTE DI FASE C OVVERO PRECARIA A VITA
di Elsa Caroli
Sono un'insegnante di scuola primaria; ho insegnato per parecchi anni come precaria e lo scorso anno pensavo che finalmente fosse arrivato con una doverosa assunzione, il momento di radicarmi in una scuola e di poter correggere finalmente i compiti delle vacanze, cioé raggiungere l'agognata continuità in una classe, costruendo relazioni pluriennali con alunne e alunni, genitori, colleghe. Purtroppo mi illudevo: l'arrivo della 107 non mi ha sottratto l'assunzione ma mi ha tolto il piacere della continuità. Nell'estate 2015 c'è la prima grande estrazione al lotto delle assunzioni: fase 0, A, B, C
I fortunati, cioè coloro che rientrano nelle prime tre fasi, vengono assunti direttamente a tempo indeterminato rimanendo nella provincia in cui sono iscritti nelle graduatorie; agli altri invece non rimane che decidere, tra fine luglio e metà agosto, se richiedere l'assunzione nelle 100 province italiane. E così mi ritrovo il 14 agosto alle ore 12 a inviare la mia domanda di assunzione. Dopo 2 settimane scopro che mi è andata bene e posso rimanere a lavorare nella provincia in cui vivo!
Inizio il lavoro con supplenza annuale e poi decido di prendere il posto su potenziamento a fine novembre, da un giorno all'altro mi ritrovo catapultata in questa nuova vita fatta di progetti (di recupero per bambini con difficoltà di apprendimento) che presto si dimostrano irrealizzabili perché la maggior parte del tempo lo passo a fare supplenze! Nel frattempo oso rivendicare, supportata dai colleghi, un orario fisso di lavoro per noi insegnanti di potenziameto, che viene concesso, e la possibilità di partecipare agli scrutini e firmare il verbale come i miei colleghi. Questa seconda richiesta non piace al dirigente che risponde “Tanto l'anno prossimo sarà su classe!”, come dire: perchè preoccuparsi di un momento transitorio... E comunque viene concesso a noi insegnanti di fase C di partecipare agli scrutini facendo un resoconto dei risultati ottenuti dai bambini seguiti, ma – occorre specificarlo? - senza la possibilità di firmare il verbale.
Sta quasi per finire l'anno di prova e di nuovo mi ritrovo a dover far domanda su 100 ambiti territoriali. Chissà perchè il numero 100 piace così tanto?! Forse perché è tondo e sinuoso, è un numero facile, lo si insegna già in seconda elementare...
A fine luglio scopro che sono stata presa nel 1° ambito che ho indicato, sono stata davvero fortunata, c'è gente che dovrà lavorare dall'altra parte del Paese. Ora si apre un altro dilemma: mandare il curriculum ai dirigenti oppure no? C'è poco tempo per decidere, solo alcuni giorni. Il modello di CV da compilare esce solo all'ultimo momento, così come i bandi delle scuole. E poi è una rincorsa: ogni scuola richiede competenze diverse e ha scadenze differenti entro cui inviare il curriculum. Secondo dilemma: scrivo un secondo curriculum o una lettera di presentazione ad hoc per ogni scuola? Decido di no, in fondo non avevo voglia di fare tutto ciò, perché spenderci tante energie? Intanto siamo già arrivati ai primi giorni di agosto, fa molto caldo, i neuroni si muovono lentamente, cerco di capire cosa c'é scritto su Orizzonte scuola, cosa chiedono i dirigenti delle scuole in cui vorrei lavorare e cosa voglio io. Io, in fondo, vorrei solo andare qualche giorno al mare, ma non ho voglia di partire con queste preoccupazioni, si stanno decidendo i miei futuri anni di lavoro, e così rimango in città a compilare il curriculum, guardare i siti delle scuole e deciere a chi inviarlo.
Alla fine invio il curriculum a 4 dirigenti. Dopo una settimana ancora nessuno mi chiama. Mi prende un po' di angoscia, mi sento un po' sfigata, e dire che ho pure un master! Il dirigente dell'anno precedente non mi richiama, eppure ho passato brillantemente il mio anno prova. Mi viene un dubbio: forse le mie rivendicazioni sull'orario e sul diritto agli scrutini non gli sono piaciute
Finalmente il 18 agosto arriva lo squillo dalla segreteria di una scuola cui ho inviato il curriculum, fiuuu, scampato il pericolo dell'assegnazione d'ufficio! Ora sì, mi posso finalmente rilassare, posso andare al mare senza pensieri. Poi penso: “Accidenti, tra due settimane iniziano le riunioni a scuola! Mi basterà questo tempo per riprendere le energie e iniziare un nuovo anno scolastico??? Nooooo!”
E ora inizia la mia vita di insegnante a tempo indeterminato con incarico triennale... Il miraggio della continuità è svanito nell'estate assolata.
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